sabato 13 novembre 2010

Monica Vitti - Intervista

Girovagando nella rete, seppur non proprio facilmente, si riesce a trovare di tanto in tanto materiale riguardante Monica Vitti e probabilmente questo fattore (la difficile e a tratti scarsa reperibilità di materiale, appunto) si è aggiunto ai mille altri fattori che a loro volta hanno scatenato in me la voglia di realizzare questo blog, sentendone davvero la necessità.
Nel frattempo, tornando a noi...
è proprio navigando in internet in cerca di notizie che sono venuto a conoscenza del sito di Gianfranco Gramola, 'Interviste Romane', un'immensa risorsa contenente centinaia e centianaia di interviste realizzate nell'arco degli anni a personaggi d'ogni genere; dunque attori, attrici, personaggi della tv, giornalisti, cantanti... c'è davvero un'intervista per tutti e sarà difficile per il visitatore di turno non reperire quella del proprio personaggio preferito o semplicemente non trovare interessante curiosare tra le centinaia presenti nel sito.
Dunque è qui, in questo infinito archivio che è stato possibile scovare l'intervista fatta a Monica Vitti in data 28 aprile 1998. Ho così subito contattato l'autore dell'intervista che, a sua volta, si è dimostrato infinitamente gentile e disponibile, tanto da avermi concesso tranquillamente la possibilità di utilizzarla, previa premessa da parte mia di non modificarla di una virgola, ed inserirla qui sul blog così da poterla condividere ulteriormente donandogli un nuovo spazio.
Voglio ringraziare dunque Gianfranco Gramola per la disponibilità dimostrata e per il suo operato nel corso degli anni... ma soprattutto ringraziarlo di cuore per aver intervistato Monica.
In fondo al post, subito dopo l'intervista, lascio qualche link che invito a visitare.

Monica Vitti
Intervista di Gianfranco Gramola, Roma 28 aprile 1998

E’ nella sua casa a due passi da piazza del Popolo. I suoi vicini di casa sono Vittorio Gassman e la coppia teatrale Gabriele Lavia e Monica Guerritore.

G: In quale zona di Roma sei nata, Monica?
M: Io “credo” di essere nata a via Francesco Crispi, nella Roma umbertina per intenderci. Mio padre era romano, quello delle famose sette generazioni, e mia madre era bolognese. Il resto non me lo ricordo, perché ero troppo piccola ( risata ). Mio padre era Ispettore del Commercio Estero e ci portava ovunque, perché doveva spostarsi per lavoro. Siamo andati in Sicilia e dopo siamo tornati a Roma. Io sono un’innamorata pazza di Roma, per i colori, per l’ironia della gente. Poi a Roma c’è una specie di incanto, di magia. Il fatto che i romani non si stupiscono più di niente è perché loro lo possono fare. Hanno visto tutto, sanno tutto, perché vivono in una città che ha talmente tanta storia da far invidia a tutto il resto del mondo.

G: Cosa vuole dire per te “ essere romana”?
M: Essere romana vuol dire avere il privilegio di vivere in una bellissima città.

G: In quale periodo della storia di Roma ti sarebbe piaciuto vivere,  Monica?
M: In quasi tutti i periodi della storia romana c’erano certi tipacci, sia uomini che donne. In quella Roma lì, con il carattere che c’ho, sarei durata pochissimo, perché troppo violenta e quindi non mi sarebbe piaciuto viverci.

G: Cosa provi nel tornare a Roma dopo una lunga assenza?
M: Una gioia infinita! Perché Roma è una città che può anche non stupirti, perché in fondo è pigra. E’ talmente sicura di sé, Roma, che non ha paura di niente. E’ lei che è eterna, mica noi.

G: In quale angolino di Roma ami rifugiarti nei momenti liberi?
M: Io non mi rifugio mai, perché per me Roma è una città assolutamente aperta. “Roma città aperta”, come il titolo di un film famoso, è una delle più belle frasi che si possa dire di Roma. Era aperta per sfuggire dai tedeschi nella guerra ed è aperta proprio per questione di testa, di mentalità, di immagini, di cultura e di tutto. Poi Roma non ha presunzione, nonostante sia così, proprio architettonicamente potente. Roma è simpatica, come i suoi abitanti, i negozianti e la gente comune, insomma sono simpatici e con la loro ironia e allegria, rispecchiano la propria città.

G: Come sarebbe Monica Vitti senza la sua Roma?
M: Mi dispiacerebbe moltissimo. Io amo Roma e i romani, perché lasciano vivere, non prevaricano. Ripeto, io amo questa città e i suoi colori e senza di lei, Monica Vitti sarebbe molto più triste.

G: Ti piace la cucina romana?
M: Noi romani sappiamo fare delle cose semplici e molto buone. I spaghetti sono necessari come il pane. Amo anche il prosciutto, poca carne e tanta ma tanta frutta e verdura. Quando stavo in Sicilia sai quanta frutta me magnavo ( risata )? La frutta gia osservandone il colore e sentire con l’olfatto il profumo, mi sembra di sentirne il sapore in bocca. In cucina mi arrangio, non sono bravissima, ma so come si cucinano i vari piatti.

G: Un consiglio a Rutelli per migliorare Roma?
M: A Rutelli? Che je voi dì, a Rutelli? Io so che lui ha lavorato molto bene, sta facendo del suo meglio e gli auguro di continuare così, perché lui è una persona di cui ti puoi fidare. E’ colto ed è preparato. Insomma, per il momento stamo bene con lui in Campidoglio.

G: Un consiglio ai romani?
M: Restare a Roma e soprattutto volere bene alla propria città e trattarla come se fosse il salotto della propria casa.

G: Un altro consiglio, ma ai turisti  che verranno a Roma per l’Anno Santo?
M: Speriamo che quelli che verranno a Roma siano educati. Noi siamo felici che vengano a Roma, a vederla com’è, però che abbiano sempre un gran rispetto verso questa città che li ospita.



Sito ufficiale di Gianfranco Gramola: Interviste Romane
Pagina originale dell'intervista: Intervista Monica Vitti
Articolo riguardante Gianfranco Gramola: L'Intervistatore di Vip

2 commenti:

  1. Non lo sapevo. Che Monica avesse perso i ricordi nell'Oceano di Alzheimer, io non lo sapevo.
    Fino a pochi minuti fa Monica era ancora a ripetere spavaldamente ad Alberto Sordi: "Sì che lo amo!".
    Per me, lei era quella lì, con l'espressione sorniona di chi la sa lunga, quell'espressione che ti fissa e che ti dice: "Sì, come no?", facendosi beffe del complimento sviolinato di turno.
    Non ci credo. Monica si è persa e io non ci credo.
    Mi pare di vederla, Monica Vitti, con le gambe bellissime sul divano, i capelli che sfuggono, lo sguardo ed il mento dritti e la tenerezza e gli occhi che si fanno grandi e poi socchiusi, a leggere le domande, al di qua del taccuino dell'intervistatore.
    Non ci credo, no.
    La sola cosa in cui credo è che lei "è triste, senza Roma".
    E che Roma è triste senza di lei.
    Un bacio, Polvere di StellA.
    Elisabetta Lelli

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    1. Non ho parole... la hai trovate tutte tu... sono commosso quanto te.
      Grazie Monica

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